Accordi di ristrutturazione dei debiti e concordato preventivo

Nell’ambito del diritto bancario e gli accordi di ristrutturazione assumono un rilievo centrale nella promozione del rilancio dell’attività d’impresa. Tali accordi sono uno strumento mediante il quale le aziende possono delineare un piano di ristrutturazione del debito da sottoporre all’approvazione dei creditori per superare una crisi aziendale.

In questo periodo è sempre più frequente che le aziende, a causa della crisi di numerosi settori produttivi dovuti alla pandemia in corso o agli effetti del blocco dei licenziamenti, si trovino ad affrontare crisi di liquidità che appaiono irreversibili. In tale contesto, assumono particolare rilievo due degli strumenti di soluzione alla crisi d’impresa offerti dall’ordinamento, al fine di impedirne la cessazione o, persino, il fallimento e, segnatamente, la ristrutturazione dei debiti e il concordato preventivo.

Per individuare lo strumento più idoneo, tra quelli in esame, a tutelare le ragioni aziendali, ne analizzeremo brevemente i principali elementi in comune e vantaggi e le criticità prevalenti. Per l’avvio della procedura relative sia agli accordi di ristrutturazione del debito aziendale che al concordato preventivo occorre presentare un piano in Tribunale, dai contenuti sostanzialmente analoghi e, tanto in un caso quanto nell’altro, una volta depositata la proposta, si ottiene il blocco delle azioni esecutive e cautelari e la scadenza dei debiti pecuniari, per i crediti anteriori alla procedura. Inoltre, in entrambe le procedure si può ricorrere alla transazione fiscale ex art. 182 ter della Legge fallimentare.